Coltivare noi stessi come fiori di campo

Educhiamo noi stessi, le figlie, le donne

Dopo l’ennesimo episodio di cronaca che vede vittima una donna e carnefice un uomo di cui si fidava, sembra che tutti abbiano da dire, da dispensare consigli e, soprattutto, da invitare all’educazione degli uomini, dei figli. Per quanto giusto e sensato sia, penso che, no, bisogna educare se stessi e, soprattutto, educare le donne, le figlie.

Educare se stessi a essere genitori che si rispettano reciprocamente, perché non si può più insegnare ai figli che l’amore è sofferenza, che la donna è forte e ce la può fare… Basta fare poesia e fare dramma su tutto. C’è un diritto a essere felici. Se vi piace tribolare, non fate figli. Se non siete felici, uscite dal vostro ménage, che non è una prigione.

Educare le figlie perché imparino a pensare a loro stesse, a volersi bene, a essere deboli, che non c’è niente di male, a essere egoiste, che la prima forma di carità inizia da se stessi, a sbagliare senza temere giudizi, a prendere il giusto dei giudizi senza temerli e senza farsene piegare, a chiedere aiuto o disdegnarlo se sanno cavarsela da sole. A usare il pensiero critico. A amarsi senza temere di essere ritenute immodeste, arroganti o che. A tirarsi indietro quando qualcuno le sta trattando in un modo che le svilisce o mortifica o spaventa. Subito, non dopo mesi. Perché un folle è da biasimare, ma probabilmente non ha la lucidità di comprendere la sua follia. Ma una persona che riconosce la follia e ci rimane accanto è ancora più folle.

Educate le vostre figlie a volersi bene, a pensare di meritare tanto. E questo passa anche attraverso le madri, che spesso, restando accanto a mariti che non le rispettano, crescono figlie convinte che a una donna possa bastare avare un uomo vicino, a prescindere da come si comporta con lei.

E basta con questa cultura che ci vuole resistenti, resilienti, basta con le poesie sulle donne e la loro forza e le canzoni, basta davvero… Che a fare poesia c’è chi pensa seriamente che ci sia del poetico in tutto questo, a essere eroine e martiri.

Educate voi stesse e le vostre figlie a saper misurare il loro valore. Senza sminuirle, che è finita l’epoca della verecondia da buone cristiane.
Ed educate le vostre figlie a non lasciare sola un’amica ubriaca. A portare con loro quei dispositivi che fanno partire subitaneamente un allarme con tanto di possibilità di essere geolocalizzate.

Insomma, lasciate perdere di educare gli uomini, che ci proviamo da anni con scarsi risultati. Iniziamo a educare le donne, noi stesse.

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