È stato un piacere 2023

È stato un piacere, 2023…

È stato un piacere, 2023, perché ci sono stata e lo ho fatto nel modo in cui in gran parte mi riconosco.

E, con tutto quello che è arrivato ed è andato via, a volte senza salutare, io saluto quest’anno che se ne va, e con lui…

Saluto il corso di tiro con l’arco che ho mancato anche quest’anno e gli obiettivi rinviati all’anno nuovo, e le paure che ho saputo gestire, con la stanchezza e le delusioni.
Il coraggio di dire la mia, di prendere una posizione, di rivolgere la parola a chi è andato via senza una parola, e di recuperare l’amor proprio lasciando andare e chiudendo una porta rimasta aperta.

Saluto tutte le anturie che hanno fatto compagnia a mio padre, e che parlano per me laddove io non posso più arrivare. E la nuova pianta di limone che sembra non temere il freddo né la mia ancora non risolta incompetenza in fatto di giovani agrumi.

Saluto i brevi viaggi che ho fatto, tutti gli andirivieni per lavoro, le volte che ho avuto paura, ma ho affrontato pioggia, nebbia, strade dissestate e gallerie in procinto di crollare. E tutte le volte che sono andata al mare e mi è sembrato bello ancora una volta in un modo inaspettato.

Saluto tutte le volte in cui, da sola, ho accolto la bellezza, e quelle in cui ho provato a raccontarla e condividerla, che poter regalare la bellezza a qualcuno è uno dei modi più gentili di coltivare l’altro.

E saluto tutte le famiglie nella cui casa mi sento a casa, e i loro cani e i gatti con cui gioco fin da quando ne ho memoria, e gli amici ritrovati e quelli confermati, le ricette condivise e tutta la cioccolata consumata, e la birra bianca al lampone, le olive ascolane con il pesce, ogni pane caldo e profumato fatto in casa e la pasta diventata fredda, da mangiare in pausa pranzo.

Saluto tutti i film che ho visto, quelli che ho rivisto, le serie coreane su Netflix e Fullmetal Alchemist che mi emoziona come quando l’ho visto la prima volta. E queste Feste a rivedermi Il Signore degli anelli, sorseggiando un qualche tipo di tè, e Interstellar, da rivedere, che è la più bella storia di ogni forma d’amore. E i libri che ho letto e che sto leggendo, che quasi tutti hanno a che fare con il Giappone.

Saluto le volte in cui abbiamo riso insieme, e sono sempre più certa che, un giorno, ripenserò più spesso a chi ha saputo farmi ridere, a chi ho saputo far ridere, che a chi ha saputo suscitare e appagare il mio piacere.

E la sola persona che posso dire di avere amato, in questo anno che volge a termine, la saluto senza fare rumore. Lui che, nella migliore tradizione degli uomini sposati che ho sempre rifuggito, anziché chiedersi cosa potevamo salvare di buono di noi, si è premurato di salvare la sua facciata.

Saluto tutte le volte in cui ho cercato la Luna, Orione e Giove e la Stazione Spaziale Internazionale, e Starlink che non sono ancora riuscita a vedere. E lo faccio fiera di avere imparato a tenere più volte gli occhi rivolti all’universo che a terra.

Saluto le persone che mi aspettano a casa quando torno stanca, che sono la mia vita, anche se non lo sanno fino in fondo. Mia madre, mia sorella. E Kiba, che mio padre portò via dal canile. E questo Natale in cui ho potuto prendermi le ferie e cucinare e mangiarmi un sacco di caramelle, con Kiba felice accanto.

Saluto l’anno che sta passando, e mi stringo la spalla, come faceva mio padre con la sua mano tanto simile alla mia, quando, senza dirmi niente, mi ricordava quanto io fossi forte e importante.

È stato un piacere 2023

Lascia un commento